Tra garze, ghiaccio, cerotti c’è posto anche per la musica lirica, l’arte e la scrittura. Di tutto un po’ nella vita di Giuseppe Mazzarella, storico medico del Trapani. “Da 41 anni sono nello staff della società, ma da 70 sono tifoso”. Si racconta così: con grandissima simpatia, quella tipica di chi è in questo mondo da sempre ma non se ne annoierebbe mai. “Da quando sono qui sono passati 45 allenatori, 15 presidenti, 4 commissari straordinari e 3 comitati di reggenza”, il dottor Mazzarella è una specie di istituzione e non gli sfugge nulla. Per non farsi passare niente dalla mente ha portato con sé anche un piccolo foglietto di carta dove ha appuntato questi dati.
E’ un medico e chirurgo di urgenza in pronto soccorso, e dal 1981 è specializzato anche in medicina dello sport. “Ho praticato la mia professione ospedaliera in concomitanza con il lavoro nel Trapani fino al giorno della pensione, da allora sono dedicato interamente alla squadra della mia città e del mio cuore”. Tifoso, anzi tifosissimo, ma fino a un certo punto. “Il lavoro è lavoro e per questo non mi sono mai fatto condizionare dalla passione per spingere il recupero più veloce di un giocatore o di un altro”.
La sintonia con l’allenatore di turno, questo il segreto dei tanti anni in questo settore. “Con Boscaglia ho avuto un rapporto speciale: mi ha detto che mi avrebbe portato con lui se fosse andato in serie A, ma il Trapani non lo lascerei neanche per una chiamata della Juventus”. Ora con Cosmi il rapporto è altrettanto intenso. “Mi ha colpito innanzitutto la sua grande umanità. E’ un uomo magnifico, dentro e fuori dal campo”.
A proposito di dentro al campo: chiunque veda una partita del Trapani non può non notare gli scatti del dottor Mazzarella dalla panchina al terreno di gioco per prestare soccorso ai suoi giocatori. Scatti condizionati dal ginocchio. “Colpa del mio primo amore”, sottolinea con un sorriso. “Mi fratturai la gamba nel 1960 a seguito di una caduta dalla moto mentre ero di ritorno da Erice dove ero andato a trovare la mia ragazza. Per colpa di quell’incidente ho anche saltato una partita del Trapani, e adesso zoppico ancora”.
Una storia, quella del dottor Mazzarella, che meriterebbe una giornata intera per essere raccontata, anche se basterebbe dare una lettura al suo libro “Dal campo Aula a San Siro”, all’interno del quale ha messo insieme tutti i ricordi di una vita al seguito del Trapani: “Prima da tifoso e poi da medico sociale”, ci tiene a precisare. Perché per Giuseppe Mazzarella l’arte, in qualunque forma si manifesti, è sempre eccelsa.
E’ sopratutto un grande appassionato di musica. “La lirica al primo posto, ma mi piace anche quella leggera italiana e straniera. Alle volte in ritiro porto la chitarra così mi metto a suonare e i ragazzi mi vengono dietro. E’ un modo ideale per alleggerire la tensione prima delle partite”. E poi c’è un rito molto particolare. “Tutto è nato durante gli anni di Boscaglia, quando ero solito intonare a cena con la squadra Vincerò della Turandot di Puccini. Da allora è diventato un appuntamento fisso e l’ho dovuta cantare anche in piazza in occasione delle feste per le promozioni”. Dei più moderni gli piacciono Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Tiziano Ferro e Max Gazzè e in trasferta negli alberghi si siede al piano e suona. “A distanza di anni sono rimasto legatissimo a tanti giocatori con i quali mi sento e mi vedo spesso. Sono medico si, ma sopratutto tifoso, stare in mezzo ai ragazzi mi fa sentire giovane. Un tempo li vedevo come dei fratelli, oggi come dei figli”. E mano nella mano con loro va a festeggiare ogni vittoria sotto la curva, con il ginocchio che fa i capricci e con quel ‘Si’ acuto: Vincerò!
Dalla tribuna al campo, giusto il tempo di “scavalcare” (in modo pacifico) le recinzioni del Provinciale di Trapani. Questo il “salto” fatto cinque anni fa da Claudia Parrinello, che da quel 4 settembre del 2011 è diventata la voce ufficiale della squadra. “Quel giorno non lo dimenticherò mai per tutta la vita. Si giocava Trapani-Prato, vincemmo 2-1, ed era la mia prima volta come speaker”. Un ruolo che gli era stato proposto solo poco tempo prima e che aveva deciso di accettare con quel pizzico di incoscienza tipico di chi sa che in fondo quella è la cosa giusta. “Allo stadio ci ero venuta solo da tifosa, nulla di più, e l’allora addetto stampa del Trapani, che si occupava di fare anche lo speaker, mi chiede di prendere il suo posto per diventare la voce ufficiale. Quel giorno il mio cuore batteva a mille mentre salivo le scale dello stadio per andare nella postazione per la mia prima volta”. Ma il resto fu tutto naturale. “Ho iniziato fin da subito a prendere confidenza con i tifosi e con questo ruolo, del quale adesso non potrei fare a meno”.
Sì, una donna a bordocampo che legge le formazioni e soprattutto che urla come una matta quando quelli del Trapani la buttano dentro. “All’inizio ero un po’ timida nelle esultanze, ma poi spinta anche dall’incoraggiamento dei tifosi della curva, ho iniziato a prendere coraggio”. Oggi il suo pronunciare il nome di un calciatore provoca l’inevitabile risposta da parte di tutto lo stadio che ne invoca il cognome in coro. Claudia si aggiorna, mantiene rapporti con gli speaker di serie A e di tante altre squadre di B e quando può va a fargli visita nei loro stadi.
E poi ha i suoi riti scaramantici che sono per lei veri e propri appuntamenti fissi. “Leggo sempre le formazioni a bordocampo alla stessa ora, alle 14.53, non prima di aver fatto una foto seduta sui gradini gialli della panchina”. Perché per Claudia quella della partita non è una giornata come le altre. “E’ come se dovessi giocare io: allora faccio una bella colazione abbondante perché poi fino alle otto di sera non mangio nulla, se non un gelatino. Non fa differenza se sia estate o inverno, anche perché poi per il resto non ho proprio fame”.
Negli anni ha dedicato una sola volta un’esultanza speciale ad un giocatore. “Promisi a Simone Basso che al suo primo gol dopo il ritorno dall’infortunio avrei urlato il suo nome per 7 volte. Lui fece gol e io mantenni la promessa, ma è stata l’unica volta che ho fatto uno strappo alla regola”.
Ma oltre alla lettura delle formazioni e all’esultanza per i gol del Trapani, Claudia ha anche il compito di scegliere la playlist che accompagna il riscaldamento delle squadre. “Fino a un anno fa me ne occupavo insieme al preparatore atletico e sceglievo le canzoni a gusto mio. Da quest’anno, però, la selezione dei brani è tutta opera di Cosmi. Un giorno ci siamo seduti insieme, lui ha tirato fuori un centinaio di album che aveva e ha fatto la scaletta. E’ un grande appassionato di musica e a queste cose ci tiene molto. Ha scelto delle canzoni che danno la carica, pezzi che lui stesso definisce dei “mattoni” perché sono molto tosti. All’inizio c’è stata un po’ di freddezza da parte della curva, ma poi adesso i tifosi ne sono innamorati e ogni volta mi chiedono come si chiamano le canzoni presenti nella playlist”.
Claudia, che nel resto della settimana fa la giornalista per una tv locale, non vuole neanche pensare al tipo di esultanza in caso di promozione, per ora si gode questo sogno: il suo di tifosa e quello di tutta la città di Trapani.
Nella foto Claudia Parrinello