Giochiamo in casa... a Cittadella

L'intervista a Gerardo, grande tifoso granata.

 

 

Pronti su ogni campo, in questo caso della Pianura Veneta. Giochiamo in casa, l’attività solidale organizzata nell’ambito della sponsorship della Serie BKT, ci porta questa volta a Cittadella, uno splendido comune storico che, nel suo territorio, ospita un’eccellenza sportiva nazionale.

L’A.S. Cittadella 1973 è un vero e proprio vanto per la Serie BKT; sviluppatasi in una cittadina di appena 22.000 abitanti, prospera da anni nel campionato cadetto, con un’ammirabile programmazione e un’attenta cura del particolare. Tra le sue stagioni migliori, quella del 2018-2019, dove la squadra ha sfiorato la promozione in Serie A, raggiungendo la finale playoff. Emozioni che traspaiono nelle parole di Gerardo, uno dei suoi storici tifosi, che da oltre quarant’anni sostiene l’undici granata sulle tribune del Tombolato.

Quella che segue è un’intervista che, oltre a emozionarci, ci riporta al tifo semplice e appassionato di quando i tifosi contribuivano attivamente al “lavoro di squadra”, dando una mano alla società in ogni frangente. Come dire: Growing together.
Ha ricevuto un regalo dalla Serie BKT che premia la sua fedeltà di tifoso. Quanto è forte questo sentimento?

Beh, è una vita che ci vado dietro. Sono affezionato.
Si ricorda un momento in cui si è reso conto che il Cittadella sarebbe stato il suo grande amore?

Io ho cominciato a seguire il Cittadella a quarant’anni, perché prima ero sempre in giro per l’Italia per ragioni di lavoro. Poi, quaranta/cinquant’anni fa sono tornato a Cittadella dove avevo la casa e mi sono abbonato. Da quel momento l’ho sempre seguito.

In più, quando eravamo in serie C, ho dato una mano alla squadra stando agli ingressi, controllando i tagliandi… quando avevano bisogno mi chiamavano e io ero pronto a dare il mio contributo.
La partita che l’ha emozionata di più?

È stata a Verona, quando siamo andati in Serie B. Mi ricordo che prendemmo il pullman e io chiesi a mia moglie di accompagnarmi.

Quella volta tornammo a casa davvero felici (si riferisce a Cittadella-Brescello 1-1 dts dell’11 giugno 2000, finale playoff di serie C1, giocata sul neutro di Verona n.d.r.). Parlo di oltre quindici anni fa. Quella, per me, è stata la partita più emozionante.
Quanto è importante, per una piccola cittadina come la vostra, la presenza di una società come quella del Cittadella?

È importantissima. Noi ci sentiamo molto orgogliosi della nostra società. Parlando dal punto di vista della rivalità, siamo sopra i nostri cugini di Padova in questo momento. E la rivalità è sempre uno stimolo a far bene. Ma in generale la nostra è una società molto ben gestita e c’è un grande affiatamento. Con l’accordo funziona tutto. Anche quando qualcosa va male, dopo si supera. La nostra è una squadra di cui essere fieri, non solo a Cittadella, ma in tutta Italia: coinvolge la cittadinanza, è presente, attenta.
Le qualità più importanti della sua squadra.

L’armonia. La serietà di tutti. E poi il presidente Gabrielli, che sa gestire la società così bene.
Il campionato è rimasto fermo per tante settimane; adesso che si pensa di ripartire lei è pronto a tifare Cittadella?

Come faccio a non tifare Cittadella? Ho ottantasette anni, ormai non cambio più, nemmeno se mi ammazzano! Se hai un’idea, una simpatia, la mantieni. Questo gusto di vedere la squadra è qualcosa che continua sempre. Io vado alle partite in casa e seguo le trasferte al bar, in tv.
Se dovesse mandare un messaggio a tutti gli altri tifosi, cosa gli direbbe?

Di portare pazienza, non è colpa della squadra e non sappiamo quando finirà questa situazione.
Quarant’anni di tifo. Se tornasse indietro, lo rifarebbe?

Ma per forza, io abito a Cittadella, come faccio a tifare per un’altra squadra? Tifare per un’altra squadra sarebbe un controsenso. Prima viene il Cittadella.
L’anno scorso, per un soffio, avete sfiorato la Serie A. Secondo lei è un obiettivo che si può raggiungere?

Lo spero tanto, anche se penso che sarebbe un’esperienza impegnativa. Dovremmo giocare a Padova, implicherebbe un grande sacrificio da parte di tutti. Comunque, se va in Serie A è un grande merito del Cittadella, perché una cittadina così piccola che raggiunge un traguardo tanto grande può solo dire grazie alla sua società.

 

 

 

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