Pietro Beruatto, il terzino bello da vedere sulla fascia

Da quando sta giocando con il Pisa, il terzino regista ha intrapreso una crescita graduale sempre maggiore

Nella foto LaPresse Beruatto

 

Il lungo percorso di Pietro Beruatto da tesserato della Juventus si è chiuso il 21 giugno, data in cui il Pisa ha esercitato il diritto di riscatto presente nell’accordo coi bianconeri e si è assicurato il terzino sinistro a titolo definitivo.

Il calciatore classe 1998, di proprietà della Vecchia Signora sin dai tempi dell’Under 17, ha dimostrato di essere uno dei migliori terzini sinistri della Serie BKT, con prospettive interessanti di ulteriore crescita.

In seguito al primo gol stagionale, un sinistro di controbalzo dal limite stupendo per idea, preparazione e coordinazione, arrivato dopo diversi legni colpiti in stagione, il laterale mancino ha dichiarato in conferenza stampa che “la rete è il modo migliore per lasciarsi alle spalle un periodo sfortunato”.

Come tutta la squadra toscana, infatti, il calciatore ha vissuto momenti difficili durante la gestione tecnica di Rolando Maran. Reduce da due campionati di Serie BKT fatti di costanti progressi, è stato faticoso anche e soprattutto sul piano mentale gestire il primo calo della carriera. Il ritorno di Luca D’Angelo, tuttavia, ha rimesso ogni tassello al proprio posto in casa nerazzurra. Beruatto ha quindi ricominciato a fare ciò che gli riesce meglio: spostare gli equilibri.

Se adesso il Pisa può nuovamente sognare l’altissima classifica in seguito a un cambio di passo poderoso deve anche ringraziare le doti del suo tesserato che è sul taccuino di diverse squadre.

Il terzino rappresenta il perfetto esempio di calciatore che matura nei tempi giusti. Il suo percorso in cadetteria non è stato nel segno di una crescita esponenziale, ma di miglioramenti sudati, lenti e perpetui. Dopo una prima esperienza in prestito a Vicenza (squadra con cui aveva assaggiato il professionismo anni prima in Serie C) nel 2020-2021, il direttore sportivo Claudio Chiellini gli ha permesso di vivere un campionato importante in nerazzurro. L’ex responsabile dei giocatori in prestito della Juventus, alla prima avventura da uomo mercato, ha sfruttato i rapporti col precedente club e l’approfondita conoscenza del calciatore per concludere un affare rivelatosi di assoluto rilievo.

Sintomatica delle ambizioni del nuovo presidente Alexander Knaster la clausola grazie a cui è stato possibile non limitarsi a favorire l’affermazione del giovane, ma invece ottenerne il cartellino al termine della Serie BKT: ora il giocatore è un patrimonio tecnico ed economico della società.

Rispetto al torneo disputato in biancorosso, segnato da alcuni infortuni, Beruatto ha mostrato una crescita notevole sul piano della condizione migliorando anche lati del suo calcio quali la resistenza e l’atletismo. Anche adesso le qualità fisiche non sono predominanti, ma garantiscono comunque continuità e affidabilità: caratteristiche fondamentali per un ruolo così delicato.

Se agli ordini di Domenico Di Carlo in Veneto il terzino ha giocato quasi sempre sulla linea laterale del campo, come da manuale del 4-4-2, in Toscana ha potuto sfruttare le proprie abilità per entrare spesso e volentieri anche in zone più interne, nei mezzi spazi. Ciò ha favorito un maggior dialogo coi compagni e di conseguenza progressi significativi nelle qualità associative del calciatore.

All’interno del sistema di gioco di Luca D’Angelo il giocatore ha smesso di essere prevalentemente un uomo cross, e si è trasformato in un elemento in grado di determinare la gara in diverse posizioni e con diversi fondamentali, provvisto anche di un gran tiro dalla media e lunga distanza.

Il contributo allo sviluppo del gioco offerto da Pietro Beruatto è sensibilmente mutato. Ciò che più risalta nel suo modo di interpretare il gioco è la grande complementarità di tecnica di base e interpretazione tattica. In pochi riescono a essere solidi in fase difensiva e incisivi in quella offensiva come il ragazzo nativo di Trieste.

Se il feeling con l’ultimo passaggio è rimasto intatto, si è notevolmente accresciuto quello col penultimo. Come da mantra del calcio contemporaneo, il ventitreenne si è affermato come terzino di manovra. In poco più di un anno ha perfezionato la maggior parte dei punti meno forti del suo calcio e ha continuato a curare invece gli aspetti in cui già eccelleva.

 

 

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