Dal forno della farinata al campo della Virtus Entella, la vita di Antonio Bonino è sempre stata a metà tra queste due sponde. “Ho giocato nella Virtus Entella da ragazzino e poi sono rimasto un grande tifoso”. Ed era anche bravo Antonio – per tutti Tonino – al punto tale da essere paragonato spesso a Mariolino Corso. Ecco perché quando ci fu l’opportunità di diventare presidente della squadra del suo cuore non ci ha pensato due volte. “Dal ‘92 al ’96 sono stato alla guida della Virtus Entella e nonostante non fosse ai livelli di oggi è stata un’avventura davvero unica”. All’epoca, infatti, la squadra di Chiavari era in Eccellenza e sotto la presidenza di Tonino conquistò anche la promozione in Serie D.
Ma l’attività di famiglia era un’altra. “Mio nonno aprì questo ristorante nel 1907 e da allora tutti noi ci siamo sempre dedicati a questo”…e alla farinata, vero e proprio marchio di fabbrica di Chiavari e dell’osteria Luchin. “Faccio fatica a dire cosa sia più difficile tra fare la farinata e guidare una squadra di calcio. Anche perché trovo che tra le due cose ci siano molte analogie: in entrambi i casi occorre molto impegno”. Ma non solo, perché a quanto pare anche gli ingredienti sono fondamentali. “Per fare la farinata, così come per gestire una squadra, è necessario che tutti gli elementi siano di qualità e che siano amalgamati al punto giusto”. Certo, per vincere le partite non serve farina di ceci, olio d’oliva e acqua e sale, ma secondo Tonino le due cose si rassomigliano parecchio. “Perché se il forno non è a legna o se la legna non è di ulivo buono il fuoco non va bene e la farinata non viene di qualità”.
Tonino ci scherza su ma per lui la Virtus Entella è una fede a 360 gradi, tanto più che da anni è amico del presidente Antonio Gozzi, che tra l’altro è suo cliente fisso. “Suo figlio Augusto è stato un mio ragazzo quando ero responsabile del settore giovanile dell’Entella e oggi mi viene a trovare spesso per pranzo”. Parlano di calcio, ma non solo. “Ovvio che quello è il nostro argomento preferito, ma oramai abbiamo tanti argomenti di discussione”. Anche perché Tonino è un abbonato storico dell’Entella, oltre che uno di quei tifosi affezionati e mai polemici. “Per noi in questa stagione ci sembra di vivere un sogno perché fino a qualche anno fa eravamo in categorie decisamente inferiori”.
Adesso, però, la musica è cambiata e la Virtus Entella è in piena lotta play off grazie ad un gioco bello e divertente…da leccarsi i baffi, verrebbe da dire, proprio come la farinata preparata con tanta cura da Tonino nella sua osteria Luchin.
Come trovare la serenità…in un “Amen”. Scherzi a parte nello spogliatoio della Virtus Entella sembra abbiano trovato la strada giusta. Merito di Don Andrea Buffoli che dal 2011 è stato nominato assistente spirituale dell’Entella dal presidente Gozzi.
“Sono stato abbonato per tanti anni quando la squadra era nelle serie minori, poi nel 2013 ho ricevuto anche la ratifica ufficiale del mio ruolo da parte del Vescovo”. E adesso per i giocatori della prima squadra Don Andrea è un punto di riferimento a tutti gli effetti. “Ma non solo per loro, perché mi occupo anche dei ragazzi del settore giovanile e dei dirigenti. Insomma, chiunque in società abbia bisogno di una persona con la quale parlare sa che può contare su di me”.
E a quanto pare sono in tanti a fidarsi di lui. “Quando posso seguo gli allenamenti e sono sempre vicino alla squadra, ma senza mai fare prediche a nessuno, mi basta far sentire la mia presenza”. Motivo per il quale poi sono nate anche tantissime amicizie. “Proprio un anno fa sono stato a Piacenza a celebrare il matrimonio di Simone Guerra, con il quale sono rimasto in contatti anche dopo che ha lasciato l’Entella”.
Per Don Andrea ciò che conta è saper essere una fonte di serenità per i ragazzi. “Chi ha voglia di parlare sa che io ci sono ed è per questo che ho ottimi rapporti anche con giocatori che non sono cattolici, perché non mi vedono come un prete, ma come un amico al quale poter parlare di tutto”. Senza mai abbandonare il ruolo di…tifoso. “Ovviamente mi è capitato anche di dover assolvere qualche calciatore per aver sbagliato un gol a porta vuota”, aggiunge con il sorriso. “Certo in cuor mio avevo sofferto per quell’errore, ma sbagliare è umano, ed è quello che provo a far capire ad ognuno di loro”.
Il ruolo di parroco, invece, non lo abbandona mai. “Oggi, ad esempio, dovrò arrivare al derby con un po’ di ritardo perché ho la via crucis e non posso essere allo stadio in perfetto orario”. E questa è una cosa abbastanza rara per lui. “Sono un po’ scaramantico e per questo cerco di arrivare allo stadio sempre allo stesso orario con un’oretta di anticipo dall’inizio del match così che possa stare accanto ai ragazzi anche durante il riscaldamento”.
Tra gioie e dolori per Don Andrea la missione è soprattutto quella di accompagnare la vita delle persone. “E’ fin troppo facile stare accanto ad una persona che soffre, bisogna essere bravi ad esserci nella quotidianità, nelle piccole cose, perché è in quei momenti che si ha davvero bisogno”.
Lo hanno capito tutti a Chiavari, a partire dai calciatori che prima ancora della benedizione, da Don Andrea cercano la battuta giusta per rinfrancare lo spirito.
Nella foto Antonio ‘Tonino’ Bonino