L’Ascoli e Federico Dionisi stanno bene insieme

L’attaccante si è calato subito nella nuova realtà senza perdere la sua identità di bomber ma rafforzandola all’interno di un progetto collettivo

 

 

Uno dei fattori della straordinaria stagione 2021-2022 di Serie BKT dell’Ascoli risiede nelle gesta del suo capitano, preso appositamente per la sua grande esperienza e il carisma da apportare nello spogliatoio.

Il fattore ha un nome e cognome che è: Federico Dionisi, 35 anni lo scorso 16 giugno, attaccante forte fisicamente, bravissimo a calciare con entrambe i piedi ed in grado di giocare tanto da punta centrale quanto da punta esterna. Oltre ad essere uno dei migliori marcatori della storia della Serie B.

Dionisi è approdato al Picchio dopo sette anni di militanza nel Frosinone e al termine di un lungo girovagare tra le varie categorie del calcio italiano. Dal Monterotondo in Serie D al Livorno in Serie A, passando per la prima esperienza in Serie B alla Salernitana e per la preziosa avventura estera nella Primeira Liga portoghese con l’Olhanense.

Da quando è in bianconero Dionisi, si è guadagnato, oltre ai gradi di capitano, la fiducia incondizionata della società, l’amore dei tifosi e la stima di compagni e dell’ex tecnico Andrea Sottil.

 

 

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Dal gennaio 2021 al maggio 2022 il bomber dei marchigiani ha messo in fila 49 partite tra campionato e playoff ed ha realizzato 15 reti. Sei nel girone di ritorno del 2020-2021 e 9 nel campionato 2021-2022. Sontuose le doppiette inflitte al Lecce, appena arrivato ad Ascoli nel febbraio 2021 e quelle a Pisa e Ternana nello scorcio finale della stagione appena conclusa. Tutti fattori che hanno finito per rendere Dionisi il beniamino assoluto della Curva dell’Ascoli e di consacrarlo di fatto come un Profeta in Patria.

Sì, perché Federico Dionisi ha Ascoli nel destino. È nato a Rieti, poco più di 100 km dalla terra dei Piceni, ed è cresciuto a Cantalice, sempre nella provincia reatina e dove recentemente ha fondato una Scuola Calcio.

Ed i rapporti tra reatini ed ascolani sono storicamente stretti. Basti pensare che dopo il drammatico terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016 i primi gesti concreti di solidarietà arrivarono proprio dal tifo organizzato dei bianconeri.

Per nulla banali in tal senso, proprio le parole di Dionisi: “Purtroppo ho vissuto sia il terremoto del 2009 a L’Aquila che quello del 2016 ad Amatrice”. Nel 2009 – ha raccontato Dionisi nel 2021 al Magazine ufficiale del Picchio Passione Ascoli – ero a Celano e la sera del 5 aprile ero a cena proprio a L’Aquila. Poi la notte ci fu la tragedia”. Il terremoto del 2016 è stato distruttivo per le Marche e per il reatino”, unendo in un abbraccio ideale e nello stesso tentativo di rinascita i due posti del proprio cuore.

Dopo l’ottima stagione forse anche oltre le aspettative, l’Ascoli può tarare la propria ambizione su alti livelli e per farlo potrà contare in delle fondamenta solide, quelle costruite da Federico Dionisi, archetipo moderno del bomber di provincia.

 

 

 

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