Che sia l'anno dei partenopei, ormai è cosa abbastanza evidente. Che possa diventare anche e soprattutto l'anno di Marco Curto, questo è un qualcosa sul quale più d'uno ha cominciato a mettere la testa. Anche perché il gol segnato a Terni, buono per confezionare il pass playoff per il suo SudTirol (non che ci fossero dubbi sul destino che avrebbe accompagnato i bolzanini nelle prossime settimane, ma adesso anche i numeri hanno detto la loro), ha fatto capire a tutti che c'è qualcosa di nuovo anche nel buon Marco, che una volta tanto oltre ad evitare che gli altri potessero segnare ha pensato bene di mettersi in proprio.
Una bella rete, soprattutto pesante, un po' come tutte le prestazioni offerte nel corso di una stagione di per sé già magica, ma che dalle parti del "Druso" tutti auspicano possa diventarlo ancora di più. "Quando ho visto arrivare la palla non c'ho pensato su un istante, l'ho chiamata e ho chiuso gli occhi, e devo dire che è venuto fuori un gran bel gol", ammette il difensore campano. Un destro di controbalzo sul quale Iannarilli nulla ha potuto, e che ha scatenato la gioia del pretoriano della difesa di Bisoli. "Avevo fatto gol anche al Perugia in questa stagione, a riprova del fatto che evidentemente affrontare le squadre umbre è diventato una sorta di amuleto. Sono contento perché questo successo ci dà ulteriore carica e ci consente di pensare davvero di poter evitare il primo turno play-off, e quindi di avere maggiore tempo per preparare le sfide che decideranno la nostra stagione. Lo abbiamo detto un po' tutti e a più riprese:.mstiamo vivendo un sogno, e come tale vorremmo che nessuno ci svegliasse".
Di sicuro un sogno è quel che ha trovato Curto nella ospitale Bolzano, così diversa dalla terra dove è nato e cresciuto fino all'età di 14 anni. Da buon napoletano la maglia Azzurra se l'è sentita cucita addosso sin da bambino, anche se a 13 anni è stata sua la scelta di andare a giocare a Benevento, dove pure di tempo per ambientarsi non è che ne abbia avuto tanto. Perché nel 2013, appunto a 14 anni, la chiamata del Milan l'ha convinto a lasciare il Sud per il Nord: in rossonero così Curto scopre la sua dimensione di calciatore, difensore che all'occorrenza può giocare sia sulla fascia che al centro, dove ultimamente Bisoli lo ha schierato con maggiore frequenza.
Il sogno di debuttare con la maglia rossonera in prima squadra resterà però tale: alle porte del calcio che conta è l'Empoli a volerlo sotto la sua ala, e in Toscana il giovane Marco completa mirabilmente il percorso di crescita e maturazione calcistica. Con Andreazzoli arriva anche ad annusare l'aria della Serie A (ma solo in panchina), poi l'Empoli lo manda a farsi le ossa a Reggio Calabria (senza alcun profitto) e alla Virtus Verona, dove ha modo di disputare qualche gettone di presenza in Serie C.
Così nell'estate del 2020 il SudTirol decide di prenderlo sotto la sua ala: gli fa firmare un biennale (poi rinnovato fino a 2024), e Marco saluta la Toscana senza troppi rimpianti. Anche perché in Alto Adige trova la sua dimensione, vivendo da protagonista la scalata verso la Serie B e confermandosi nella sua prima annata tra i cadetti. "Le difficoltà in B non mancano, le squadre sono tutte molto ben attrezzate e ci sono giocatori di grande qualità ed esperienza. Moro e Mulattieri del Frosinone, ad esempio, mi hanno fatto penare tanto, e anche Pohjanpalo del Venezia è stato un cliente scomodo da arginare. Però avere la fortuna di giocare in questo campionato non è da tutti e spero che questa sia soltanto un'altra tappa nel mio percorso di crescita". Perché la Serie A rimane ad oggi un sogno, ma non così impossibile da raggiungere. "Abbiamo imparato a soffrire a compattarci nei momenti più delicati. Non abbiamo nulla da perdere, ci godiamo il viaggio e guardiamo avanti". Tanto Curto quanto il SudTirol, che l'estate scorsa avrebbe rifiutato un'offerta del Napoli per cedere la proprietà del cartellino del giocatore. Allo scudetto meglio pensare più avanti: adesso c'è un torneo cadetto da vincere, e Curto ha già preso la mira…