Genova è una città ricca di fascino che difficilmente lascia indifferenti.
Sono molti i simboli che descrivono la città diventati anche icone culturali nazionali grazie alle opere (e soprattutto i versi musicali) degli artisti genovesi. I Carruggi, così come la Lanterna, diventata la rappresentazione di uno dei derby più sentiti del calcio italiano, sono perfette rappresentazioni di una città formata da due anime: quella sensibile al mondo esterno per via della sua natura portuale, e quella radicata a difesa della tradizione locale che differenzia Genova rispetto ad altre città italiane.
Cosa vedere a Genova
Genova was the capital of one of the most powerful maritime republics 🚢 pic.twitter.com/pbNmLCzD3r
— Lega B (@Lega_B) August 21, 2022
Il percorso su cosa fare a Genova non può che partire dai versi, immortali, di Fabrizio De André e Ivano Fossati, “Bell'oueggè strapunta de tùttu bun”. Versi composti nel 1990 quando i due cantautori misero in musica un’antichissima ricetta genovese mescolando, sapientemente, nella stessa opera la scienza culinaria locale con gli sfondi e gli umori della città.
La Lanterna di Genova
Tra le cose da vedere non può mancare il vero simbolo della città di Genova.
La Lanterna è stata edificata nel 1128, quasi novecento anni fa, nel tempo subisce varie trasformazioni e consolidamenti fino alla ricostruzione, nella struttura odierna, del 1543. La Lanterna de Zena è alta 77 metri e, fino al 1902, è stato il faro marittimo più alto del mondo. Oggi è il quinto, il più alto di tutto il Mar Mediterraneo, il più antico di tutta Europa tra quelli ancora attivi.
La Città Vecchia
Dal mare e del porto è praticamente obbligatorio risalire, sempre citando De Andrè, per le Crêuza de mä, “ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse”, per arrivare alle piazzette, alle botteghe e ai carruggi della Città Vecchia, il centro medioevale più esteso e più densamente popolato d’Europa.
Un centro medievale dove è possibile incrociare la Cattedrale di San Lorenzo, la Basilica delle Vigne, la strepitosa Piazza delle Erbe e lo scorcio che unisce San Giorgio con San Torpete.
Ma è davvero difficile citare tutto, un’incredibile manifestazione dei passaggi dal Porto di tante idee e culture diverse. “Dal Medioevo al Barocco, dal Razionalismo alle tracce Liberty, dal Romanticismo al Neogotico” come spiega, con grande efficacia, il sito ufficiale dedicato al turismo del Comune di Genova.
L’Acquario di Renzo Piano
Posti da vedere che Genova e i genovesi non hanno mai cessato di curare, adattare, rinnovare e rigenerare.
L’esempio più recente è l’Acquario del Porto Antico inaugurato nel 1992 in occasione dell’Expo delle Colombiadi, l’evento dedicato a Cristoforo Colombo ed ai 500 anni dalla scoperta dell’America. Una struttura progettata dall’Architetto genovese, e senatore a vita, Renzo Piano, comprendente 39 vasche per un percorso educativo della durata di due ore e trenta.
“Arrivando a Genova vedrai una città imperiosa, coronata da aspre montagne, superba per uomini e per mura, signora del mare” vergava Francesco Petrarca parlando della città ligure, tutte sensazioni, posti da vedere e sapori da gustare, con la semplice scusa di seguire una delle partite della Serie BKT 2022-2023.
Cosa mangiare a Genova
La ricetta è quella de “A çimma”, proprio il titolo della canzone. A Cimma, la Cima, è un secondo piatto tipico della cucina genovese. Si tratta di una tasca di pancia, di agnello o vitello, condita con vari ingredienti, piselli, pinoli e uova e poi bollita, “bun prima de battezàlu ‘ntou prebuggiun”, in un brodo di verdure.
La Cima nasce come piatto povero, un piatto necessario a non sprecare gli ingredienti avanzati dalla spesa della settimana, ed oggi vero e proprio piatto gourmet. Se non altro per le varie ore di lavorazione che la sua preparazione comporta.
Il Pesto alla genovese e la focaccia
La lunga preparazione è una caratteristica tipica dei principali piatti genovesi. Fare le cose piano, fare le cose per bene. Sono dogmi per i genovesi in cucina.
Basti pensare al tempo necessario per la realizzazione del pesto, la salsa tipica di Genova, conosciuta in tutto il mondo e nata mescolando, nel classico mortaio, basilico aglio, pinoli, sale grosso ed olio extravergine d’oliva.
Decine gli utilizzi che se ne possono fare, dal condimento delle trenette, la pasta tipica locale, a quello delle lasagne, passando per la bruschetta.
Per non tacere della focaccia, una vera e propria istituzione della mensa di “Zena”.
Ma parlando di Genova non si può dimenticare il frutto del Mare che la bagna.
E quindi ricordiamo il celebre “stoccafisso”, un must nei menù genovesi, a volte condito con le olive taggiasche, le olive delle Riviera di Ponente, i Calamari e le acciughe fritte, vendute in cartocci nei chioschetti in riva al mare. “Le acciughe fanno il pallone che sotto c’è l’alalunga se non butti la rete non te ne resta una” cantava sempre De Andrè.
Mare che, inevitabilmente, è il tratto che definisce l’antica Repubblica Marinara, la Dominante. Mare vuol dire Porto, porto vuol dire Lanterna, il simbolo per eccellenza della città.