Cagliari-Bari: parlano gli allenatori

La marcia di avvicinamento al primo round dell'attesissima finale passa anche dalle dichiarazioni dei due tecnici, agli antipodi per età ed esperienza

Nella foto LaPresse Claudio Ranieri e Michele Mignani

 

La finale playoff Bari-Cagliari, il cui primo atto andrà in scena stasera all’Unipol Domus, non contrappone soltanto tifoserie caldissime, proprietà ambiziose e organici competitivi ma anche due allenatori dai trascorsi profondamente diversi che hanno saputo meritarsi la chance di accedere in Serie A.

Da un lato Michele Mignani, debuttante in Serie BKT in questa stagione dopo una lunga e proficua gavetta in Lega Pro coronata con la promozione raggiunta in biancorossi lo scorso anno.

Dall’altro lato uno dei più riconosciuti allenatori della storia del calcio italiano: Claudio Ranieri.

Romantica emotivamente e impeccabile professionalmente la sua scelta di ripartire dal capoluogo sardo, in cui la brillante carriera che ha poi condotto ha avuto una delle sue prime tappe. Arrivato con l’unico obiettivo di restituire al Cagliari e a tutto il popolo rossoblù il massimo campionato.

“Ci vorrà grande determinazione e volontà: ci giochiamo una stagione e abbiamo dietro di noi un popolo, un’Isola!” Così Sir Claudio in conferenza stampa ha caricato l’ambiente per il match d’andata, consapevole del peso di uno stadio che ha sospinto la squadra sotto 0-2 al 45’ contro il Parma allo straordinario ribaltone targato Zito Luvumbo in semifinale playoff.

Uno dei più grandi meriti del girone di ritorno targato Ranieri sta proprio nella ritrovata coesione tra squadra e tifo, smarrita nel passato recente e cruciale per la risalita.

Anche Mignani, dal canto suo, ha sottolineato l’importanza della componente ambientale, come spiegato nella conferenza stampa pre partita.

Comincio a sentirmi barese. Stiamo vivendo un momento bellissimo, me ne accorgo quando faccio due passi. Percepisco lo stato d’animo della città e fa sicuramente piacere, perché i ragazzi se lo sono meritati. Hanno risvegliato questo amore viscerale e indescrivibile.”

Per il ritorno è atteso il record storico di presenze al San Nicola, figlio di una stagione di Serie BKT vissuta al di sopra delle aspettative che ha avvicinato la città al calcio ma anche tutto l’ambiente alla città.

Il senso di appartenenza espresso dall’allenatore ben spiega quanto il pubblico abbia trascinato gli uomini in campo.

“Sappiamo che almeno una delle due gare la dobbiamo vincere. Quando sono arrivato ho cercato di suonare la carica, ‘cercando’ di spingere i ragazzi da agonista come sono.” “La nostra idea è quella di non speculare, come del resto non abbiamo fatto a Bolzano al di là di quello che tutti possano pensare. Ci vorrebbe un carcere, altro che una gabbia per fermarli.”

Sia Claudio Ranieri che Michele Mignani hanno pronunciato parole che prestano il fianco a una partita aperta. I padroni di casa hanno bisogno di vincere per garantirsi 2 risultati su 3 al ritorno, gli ospiti sono consapevoli che date le qualità degli avversari sarò complicato pensare di voler solo contenere per ottenere un risultato positivo.

Negli ultimi anni le finali sono state poco tattiche e tanto spettacolari, proprio a causa della formula della competizione che spinge una delle due compagini ad attaccare con convinzione e mette l’altra nelle condizioni di proporre qualcosa di più che una strenua difesa difficilmente sostenibile nel corso dei 180’.

Ranieri del Bari teme la praticità. I pugliesi subiscono poco e sanno sfruttare al meglio le occasioni che creano, mostrando un cinismo e una maturità che sono stati fondamentali per superare anche in 10 l’ostacolo Südtirol: “Vedo un bel Bari compatto, quadrato. Ha pochi punti deboli. Non era facile venire a capo di una squadra ostica come il Südtirol. Sono in salute, ma stiamo bene anche noi: pur rispettando i nostri avversari.”

Mignani del Cagliari teme su tutti la capacità del suo alter ego di saper gestire queste situazioni e la qualità tecnica degli avversari, alcuni certamente tra i top della Serie BKT.

Se si guarda i due allenatori non c’è gara. Ranieri ha una storia che ci vorrebbero giorni per raccontarla. Sono retrocessi all’ultima giornata, mantenendo molti giocatori della A. Nelle ultime 18 partite ne ha persa solo una. Il Cagliari è forte, ha giocatori come Lapadula, Pavoletti, Nandez, Luvumbo, che è bravissimo nell’uno contro uno, Rog, Goldaniga, Zappa”, ha detto Mignani.

Due approcci diversi e stili comunicativi contrapposti che raccontano stagioni con non troppi punti di contatto ma dal comun denominatore conclusivo: una finale playoff di Serie BKT da vincere per mandare in estasi un intero popolo.

 

 

 

 

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