Bosnia e Italia unite dal calcio: Saric racconta Carpi a B Marzio

Altra puntata della rubrica curata da Bruno Majorano che racconta i talenti della Serie B ConTe.it.

 

 

L’accento perfettamente italiano potrebbe farci cadere in un clamoroso errore. Dario Saric, infatti, è nato in Italia, ma le sue origini sono bosniache, e lui di queste origini ne va particolarmente fiero. Merito di una famiglia che gli ha saputo trasmettere valori solidi, anzi solidissimi. Ha un più di un idolo nel mondo del calcio, ma il suo unico eroe è suo padre. “Lo considero una persona speciale. Siamo legatissimi”, ed è proprio per “merito” di suo padre se Dario è nato in Italia (in provincia di Ferrara) 21 anni fa. “Insieme con mia mamma sono scappati dalla guerra perché lui era stato gravemente ferito e aveva bisogno di cure all’avanguardia che solo in Italia potevano offrigli”. Da lì è iniziata anche la storia di Dario e di suo fratello più grande, entrambi nati nel nostro paese. “La mia famiglia è originaria di Sarajevo e in Bosnia ci sono tornato quando ero piccolo per le vacanze estive. Poi mi è capitato di andarci anche a giocare con la Nazionale”. Fino ad ora lo ha fatto sempre con quella della Bosnia, ma qualora dovesse arrivare una chiamata da parte dell’Italia non gli dispiacerebbe affatto. “Sono nato e cresciuto qui, l’Italia è il mio Paese”. Calcisticamente, invece, è cresciuto nel Carpi, una società che lo ha portato a giocare nei professionisti. “Praticamente qui mi sento a casa. Ho vissuto per 4 anni in convitto insieme agli altri ragazzi del settore giovanile e ogni settimana eravamo qui al Cabassi a seguire le partite della prima squadra. Questo stadio ci sembrava un sogno, e adesso che in mezzo al campo ci sono io mi sembra davvero tutto bellissimo”.

Inutile dire che ospiti fissi in tribuna ci sono mamma e papà. “Non se ne perdono una, sono i miei primi tifosi. Anche perché non abitano troppo lontano da Carpi e quindi per loro venire il sabato allo stadio è una passeggiata”. A proposito di distanze e di passeggiate, Dario ne fa una fissa tutti i giorni. “Quest’anno ho preso casa in centro, ma per andare allo stadio per l’allenamento o la partita ci metto un attimo. Ci vado a piedi o al massimo in bici. L’ho portata qui apposta per fare una pedalata ogni tanto”.

E’ un ragazzo casalingo (con la passione per la cucina), ma non per questo è timido, anzi. “Mi piace molto confrontarmi con i compagni e ricevere i consigli da quelli più grandi. Qui ci sono Mbakogu e Poli che mi stanno molto vicino e mi seguono passo passo per farmi crescere sempre di più”. Nonostante la giovanissima età ha già collezionato 17 presenze in questo campionato diventando quasi un punto fisso nella squadra.

Eppure, digitando su google la prima cosa che viene fuori è Dario Saric, giocatore croato di pallacanestro. “Lo so – ammette con un sorriso – ed è anche molto forte. Lo seguo spesso, anche perché sono molto appassionato di NBA, e ammetto che mi piacerebbe anche conoscerlo. Chissà, magari un giorno potremo scambiarci le maglie: io intanto lo invito ufficialmente qui al Cabassi per seguire una gara del Carpi”. Un posto in tribuna lo troverà sicuro, magari accanto alla mamma e al papà di Dario, felici di festeggiare insieme ad un altro gigante che si chiama proprio come quel figlio che mette la famiglia sul gradino più alto del podio della sua vita.

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