Alle origini di Torregrossa: il Monza e i primi gol sotto la neve

Un focus sul grande ex della finale playoff Serie BKT in attesa di vederlo in azione stasera col Pisa

 

 

È il 12 febbraio 2012, la cornice è lo stadio Brianteo, oggi U-Power Stadium.

La neve circonda nel vero senso della parola la domenica calcistica nella città brianzola dove si gioca una partita di campionato di Lega Pro Prima Divisione Girone A. Le squadre in campo sono il Tritium e il Monza, proprio quelle che in quella stagione condivisero l’impianto per il mancato rinnovo della deroga dello stadio La Rocca, dove la compagine di Trezzo sull’Adda disputava le proprie partite interne.

Al termine del torneo, una delle due scenderà in Lega Pro Seconda Divisione. La risposta alla domanda “quale delle due” è controintuitiva a vederle oggi, perché a salutare la categoria fu il Monza. È in questo contesto che si faceva spazio tra i professionisti un giovane Ernesto Torregrossa.

Il giovane Torregrossa

In quella partita un diciannovenne Torregrossa realizzò una doppietta, tra cui un gol (il secondo) di enorme qualità, realizzato passando attraverso le maglie della linea difensiva avversaria prima di battere il portiere con un pallonetto raffinato.

Si trattava della terza esperienza nel calcio “dei grandi”: Torregrossa, infatti, era reduce dalle parentesi di Verona (sponda Hellas, che ne avrebbe detenuto per anni il cartellino) e Siracusa; le prime esultanze però arrivarono solo in biancorosso.

Intervistato dopo la partita, il ragazzino che si presenta ai microfoni è già attento al look invidiabile soprattutto nella sua chioma ordinata, non ha barba e si distingue per una postura sublimata da una compostezza quasi cavalleresca. Le prime parole sono sincere, pur evitando alcuna forma di sensazionalismo dovuto all’emozione delle prime volte.

Torregrossa ora è uno dei fiori all’occhiello della categoria

Poco più di dieci anni dopo, Torregrossa tornerà al Brianteo, nel frattempo diventato U-Power Stadium e senz’altro migliorato dagli importanti lavori di ristrutturazione finanziati dalla nuova proprietà.

Il tuffo nel passato arriverà indossando i colori del Pisa, compagine da difendere in una doppia sfida dal significato importante: l’andata della finale playoff di Serie BKT e quindi il posto da terza promossa in Serie A.

Torregrossa arriva all’appuntamento forte di una centralità tattica guadagnata rapidamente in terra toscana, dov’è approdato lo scorso 24 gennaio. Sette gol in diciassette presenze (solo Puscas, anch’egli innesto di metà stagione, ha segnato di più per i nerazzurri), tante giocate e importanti varianti offerte a Luca D’Angelo e ai compagni. Riferimento centrale oppure rifinitore, capace di stazionare in uno spazio così come di liberarlo per favorire gli inserimenti altrui grazie alla sapiente conoscenza del gioco che onora e migliora con la tecnica che tutti hanno doverosamente imparato a riconoscergli. È diventato nel tempo una sorta di regista offensivo.

Il Torregrossa del 2022 si presenterà diverso, più smaliziato in area, con la barba, i capelli più lunghi e la compostezza di sempre. Torregrossa ha fortificato i concetti con l’esperienza di chi in Serie BKT hagiocato, vinto e convinto.

Un processo naturale, che l’ha reso l’arma in più anche sotto l’aspetto umano per la sua squadra, il tutto conservando la semplicità e l’incisività che mostrava quando era un giovane diciannovenne.

Quel ragazzo si è fatto uomo e magari, prima di entrare in campo, anche solo per un minuto, ricorderà con un sorriso quella piazza che ne ha favorito la crescita.

 

Nella foto LaPresse Torregrossa in azione con la maglia del Pisa

 

 

 

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