Nel ricordo di Gigi Marulla

Un focus su quella che è una vera e propria icona del calcio cosentino

 

 

È il 26 giugno 1991 e in Serie B si gioca lo spareggio tra Salernitana e Cosenza per decretare chi sarà destinato a retrocedere e chi restare in cadetteria.

A Pescara, davanti ad oltre 12.000 spettatori, la partita la risolve Marulla che sigla un gol che è leggenda. Il Cosenza ottiene la salvezza, la Salernitana è in C1. Quella rete, però, è stata capace di trascendere il peso sportivo: è il momento in cui le storie di “Gigi” e dei Lupi Silani si legano indissolubilmente per restare abbracciate per l’eternità.

Il rapporto tra Marulla ed il Cosenza oltrepassa i numeri e le statistiche: essere il calciatore più presente di sempre dei calabresi e il massimo goleador di tutti i tempi è solo una magnifica cornice di un quadro molto più ricco di significato che i protagonisti di questa storia hanno dipinto in 11 stagioni, suddivise in due periodi distinti.

Un idolo in campo e un uomo umile fuori.

Uno “del popolo”. Una dimensione, uno status complesso da raggiungere, ma che Marulla riusciva a vivere ed alimentare semplicemente essendo se stesso. È questo il ricordo che tutti i cosentini hanno di quel calciatore, poi divenuto amico, nato in un paesino in provincia di Reggio Calabria e adottato da tutta Cosenza che lo rese cittadino di fatto e massimo rappresentante sportivo della piazza in tutta Italia.

“E Marulla segna ancora e la Curva si innamora”: questo uno dei cori che il San Vito, poi co-intitolato proprio a Gigi, intonava durante le partite casalinghe del Cosenza.

L’innamoramento, l’immedesimazione e la passione: temi che si rincorrono costantemente nel corso di questa storia, che ritornano ciclicamente, che nei fatti sono sempre lì presenti nella mente di ogni cosentino. Tutt’oggi il ricordo di Marulla campione e guerriero in campo riecheggia vivido nei pensieri di ogni singolo tifoso rossoblù che ricorda il protagonista di mille battaglie per la salvezza e di campionati giocati sfiorando la Serie A (sfumata nel 1992 per soli due punti con Reja in panchina ad esempio).

Un legame, quello tra Marulla e il Cosenza, che in quel maledetto 19 luglio 2015 si piega ma non si spezza, anzi, va ad ascriversi nell’eternità: il dolore immenso per la scomparsa di Gigi Marulla si trasforma in amore assoluto, incondizionato ed eterno per colui che ha reso grande e orgogliosi tutti i cosentini.

Ai funerali di Marulla, tra la disperazione e l’incredulità dettata dalla situazione, la sensazione non è quella del divo salutato dal suo popolo, come spesso accade per le icone calcistiche capaci di diventare soggetti in cui identificarsi, ma quella più umana descrivibile con un ossimoro: c’è un silenzio assordante in quel giorno.

La gente di Cosenza saluta Gigi a suo modo: un rappresentante umile e grandioso meritevole di essere ricordato per sempre per la sua semplicità.

“L’antidivo che non si è mai sentito una star, non è mai stato troppo vanitoso e non si è dato mai delle arie. Io lo definisco un giocatore del popolo”. Parole di Kevin Marulla che, in una frase, ha racchiuso tutto ciò che papà Gigi è stato.

Un antidivo in cui la sua gente si identifica ancora oggi, in modo anche formale oltre che passionale: Marulla infatti è concittadino onorario. Kevin è dal 2013 il Team Manager del Cosenza: il nome dei Marulla presente come una costante dai contorni fiabeschi nella storia del club.

Una storia eterna che legherà per sempre Gigi alla sua gente.

 

 

 

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