Intervista a 360 gradi di gianlucadimarzio.com al direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti dove si parla del miracolo Citta stabilmente nelle zone nobili della ‘iper-competitiva Serie BKT’. “Il segreto è che non ci sono segreti”, dice Marchetti uno che, come dice il giornalista Lorenzo Buconi che l’intervista l’ha scritta, ‘ha rifiutato i soldi veri della categoria superiore “per essere se stesso” e che ha costruito un gruppo di lavoro dove il meno longevo è al Citta da circa quindici anni…’ “Tutto è possibile nella vita, dipende quali sono i valori che ci guidano. Se continueremo a farci guidare dal dio denaro anziché dalle idee e dai quei tre, quattro valori base che servono per fare calcio, allora no, un altro calcio non sarà possibile e ci saranno altre Svezia e Macedonia del Nord”.
Quindi Marchetti fa l’esempio dell’ex capitano Manuel Iori: “Qui i calciatori non sono un numero e ciò è fondamentale soprattutto per quelli più giovani. Faccio l’esempio di uno dei giocatori più rappresentativi della storia di questa società, Manuel Iori. Nel corso della sua prima esperienza Manuel già a gennaio aveva offerte importanti dalla A, ma noi avevamo troppo bisogno di lui. Cosi una sera ci siamo seduti a tavolino io, lui e il presidente e ci siamo stretti la mano per sancire una promessa, ‘Manu a fine anno ti vendiamo in Serie A’. E così è stato. Poi anni dopo l’ho riportato qui e abbiamo fatto, sempre a tavolino, guardandoci negli occhi, un altro patto… ‘Manu io non ti dirò mai quando sarà il momento di smettere di giocare, me lo dovrai dire tu, perché io mi fido di te’. Un anno fa, di questi tempi, Iori è venuto da me dicendomi ‘direttore, faccio queste cinque gare e smetto’. Ora ha smesso e allena la Primavera”. Lealtà, fiducia e capacità. Il resto viene tutto dopo. Un’altra anomalia per il Cittadella è quella degli allenatori? “Al Citta in vent’anni ne abbiamo avuti quattro. Maran, Foscarini, Venturato e ora Gorini. Non ho mai esonerato un allenatore. Ho sempre ragionato al contrario, prendendomi anche del ‘pazzo’ in certi momenti – dice Marchetti – Ma se ho puntato su un uomo perché alla prima difficoltà lo devo scaricare? Perché poi questo genere di discorsi genera anche ragionamenti piuttosto inquietanti… allora se un amico mi fa uno sbaglio io alla prima occasione lo dovrei cestinare?”.
Foto La Presse